mercoledì 3 aprile 2019

Bentornato Sommaruga! 
Un altro colpo dei Giovani del Fai

Le mie incursioni all'interno del Grand Hotel Campo dei Fiori risalgono alla giovinezza, quando salivo la montagna per fare passeggiate o birdwatching, non dimenticando di soffermarmi sotto l'arco dell'ingresso principale a provare l'acustica, in quel punto davvero straordinaria. Allora feci amicizia con la custode della famiglia Moneta, proprietaria dell'albergo, che mi fece entrare a visitare il visitabile, ma rimasi colpito dalle stanze, ancora con letti e mobili, coperte e lenzuola, e dalla camera reale, con gli stucchi di ispirazione settecentesca, le dorature e la ricca tappezzeria. A distanza di tanti anni, posso rivelare un piccolo segreto: la signora mi fece omaggio di qualche disco 78 giri rinvenuto in una stanza, iniziavo allora la mia raccolta e non mi sembrava vero di avere in dono un paio di Caruso e un Tamagno! In anni più recenti scattai diverse fotografie agli interni praticabili, la stanza reale era ancora dignitosa e anche la boiserie della sala del bigliardo, con una magnifica specchiera in cui le mie modelle si divertivano a truccarsi alla poca luce che filtrava dalle persiane. Dopo l'apertura nel 2017, voluta dai Giovani del Fai a mezzo secolo di distanza dalla chiusura definitiva dell'albergo, grazie alla liberalità della nuova proprietà, ebbi una giornata intera a disposizione per realizzare un servizio fotografico con gli abiti del mio amico sarto Stefano Farè e quattro indossatrici. Ci divertimmo come matti, soprattutto nelle vecchie cucine dell'albergo, misteriose e cadenti, illuminate dalle grandi finestre rotonde progettate dal leggendario Sommaruga. 


L'ingresso dall'interno
Questa mattina sono ritornato al Grand Hotel, ancora una volta grazie ai fantastici Giovani del Fai, guidati dalla bravissima e preparatissima Giulia Pozzi, perché il genio del grande architetto è di nuovo pronto a farci strabiliare con la bellezza delle sue creazioni. Grazie alla convenzione con la proprietà, l'albergo sarà di nuovo visitabile, a partire da sabato e domenica prossimi, fino a ottobre, con varie date in maggio, giugno e luglio, quindi, dopo lo stop agostano, tra settembre e ottobre. 

Giulia Pozzi
È un grande regalo alla città, e anche un invito a riflettere sul futuro di uno dei più importanti edifici liberty della Lombardia, per troppi anni lasciato in totale abbandono e depredato di mobili e oggetti d'arredamento. La "cittadella” art nouveau di Campo dei Fiori comprende anche il Ristorante Panoramico e la stazione della funicolare, e la sua riscossa potrebbe partire proprio da lì, dalla ristrutturazione del meraviglioso edificio sommarughiano dal quale si gode un panorama unico e di incomparabile bellezza, e dal secondo tratto della funicolare. Sarebbe un passo importante per poi pensare all'albergo e alla sua destinazione d'uso, come centro congressi, campus universitario o quant'altro, ma per far sì che possa rivivere è fondamentale che il comune si dia finalmente una mossa e capisca una buona volta che il turismo sano e pulito, senza gas di scarico e litigate per il parcheggio, passa attraverso la riapertura totale della funicolare, volano per altre iniziative virtuose per la nostra montagna, bene insostituibile e polmone verde ancora resistente in questi anni di terribili cambiamenti climatici. 

Ingresso principale
La visita di stamattina è stata emozionante, perché i ragazzi Fai, dopo aver svegliato la città con l'apertura della Torre Civica, sono riusciti a far riaprire sale mai viste e angoli dove Luca Guadagnino ha girato il remake di "Suspiria”, e recuperato oggetti d'uso quotidiano come utensili da cucina, forchette e coltelli, qualche mobiletto, un letto, un tavolino, delle sedie e perfino un lenzuolo con ricamato il monogramma dell'albergo. 

Nelle vecchie cucine...
L'anima del Grand Hotel è ancora presente, qua e là con un lampadario Liberty, una boiserie ancora intatta, il centralino telefonico, il tavolino della reception, le carte di carico e scarico merci, gli stucchi e i ferri battuti, alcuni forse del celebre Alessandro Mazzucotelli, la magnifica scala pentagonale che dava accesso alle camere. 

La  sala bigliardo utilizzata per alcune scene di "Suspiria”
Ogni volta che entro al Grand Hotel mi sembra di non essere mai uscito, di averci vissuto in qualche vita precedente, e immagino l'ingresso con le vetture alla porta, le rombanti Alfa Romeo 1750 che sfrecciavano nel viale d'ingresso, traguardo della Varese-Campo dei Fiori, i tè danzanti nel salone con l'orchestrina sul balconcino, le chaise longue sul terrazzo con la vista incomparabile del lago e delle montagne, come la immortalò il fotografo Alfredo Morbelli.


Lo scatto di Alfredo Morbelli

Specchio di una Varese piccola capitale del turismo, con la sfida (vinta) di portare un milanese in vetta al Campo dei Fiori in un'ora e mezza, partenza da Milano Cadorna, tram e funicolare, tutto perfettamente collegato e sincronizzato. Oggi per andare a Milano con il treno, fatti salvi rotture e guasti sulla linea all'ordine del giorno, occorre più di un'ora, e se pensiamo che il Grand Hotel fu costruito in un anno e mezzo, capiamo come ormai la nostra decadenza sia senza fine e la spaventosa burocrazia italica freni ogni iniziativa, assieme alla complicanza di ogni minima azione. Per questo i giovani del Fai devono ricevere un grazie da tutti i cittadini, per la loro voglia di fare e soprattutto per il desiderio di portare a conoscenza di tutti le nostre bellezze che, anche se sciupate, sono l'unico patrimonio spendibile che ci resta. 

Ieri...


E oggi...


























3 commenti:

  1. Che emozione, Mario, ricordo una festa degli alpini di taaaaanti anni fa,fine anni '70.
    Si teneva come sempre davanti al piazzale del Grand Hotel e io con alcuni amici ci infilammo all'interno, aperto per l'occasione... le stanze erano ancora arredate con i mobili d'epoca e persino i materassi nei letti... tutto cristallizzato... bellissima iniziativa, una stupenda occasione per ritrovare il fascino di un'epoca forse non morta del tutto...

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  2. grande mario dovevi nascere prima e ti saresti goduto quel fascino che tanto ami giustamente.

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