Bentornato Sommaruga!
Un altro colpo dei Giovani del Fai
Le mie incursioni all'interno del Grand Hotel Campo dei Fiori risalgono alla giovinezza, quando salivo la montagna per fare passeggiate o birdwatching, non dimenticando di soffermarmi sotto l'arco dell'ingresso principale a provare l'acustica, in quel punto davvero straordinaria. Allora feci amicizia con la custode della famiglia Moneta, proprietaria dell'albergo, che mi fece entrare a visitare il visitabile, ma rimasi colpito dalle stanze, ancora con letti e mobili, coperte e lenzuola, e dalla camera reale, con gli stucchi di ispirazione settecentesca, le dorature e la ricca tappezzeria. A distanza di tanti anni, posso rivelare un piccolo segreto: la signora mi fece omaggio di qualche disco 78 giri rinvenuto in una stanza, iniziavo allora la mia raccolta e non mi sembrava vero di avere in dono un paio di Caruso e un Tamagno! In anni più recenti scattai diverse fotografie agli interni praticabili, la stanza reale era ancora dignitosa e anche la boiserie della sala del bigliardo, con una magnifica specchiera in cui le mie modelle si divertivano a truccarsi alla poca luce che filtrava dalle persiane. Dopo l'apertura nel 2017, voluta dai Giovani del Fai a mezzo secolo di distanza dalla chiusura definitiva dell'albergo, grazie alla liberalità della nuova proprietà, ebbi una giornata intera a disposizione per realizzare un servizio fotografico con gli abiti del mio amico sarto Stefano Farè e quattro indossatrici. Ci divertimmo come matti, soprattutto nelle vecchie cucine dell'albergo, misteriose e cadenti, illuminate dalle grandi finestre rotonde progettate dal leggendario Sommaruga.
L'ingresso dall'interno |
Questa mattina sono ritornato al Grand Hotel, ancora una volta grazie ai fantastici Giovani del Fai, guidati dalla bravissima e preparatissima Giulia Pozzi, perché il genio del grande architetto è di nuovo pronto a farci strabiliare con la bellezza delle sue creazioni. Grazie alla convenzione con la proprietà, l'albergo sarà di nuovo visitabile, a partire da sabato e domenica prossimi, fino a ottobre, con varie date in maggio, giugno e luglio, quindi, dopo lo stop agostano, tra settembre e ottobre.
Giulia Pozzi |
È un grande regalo alla città, e anche un invito a riflettere sul futuro di uno dei più importanti edifici liberty della Lombardia, per troppi anni lasciato in totale abbandono e depredato di mobili e oggetti d'arredamento. La "cittadella” art nouveau di Campo dei Fiori comprende anche il Ristorante Panoramico e la stazione della funicolare, e la sua riscossa potrebbe partire proprio da lì, dalla ristrutturazione del meraviglioso edificio sommarughiano dal quale si gode un panorama unico e di incomparabile bellezza, e dal secondo tratto della funicolare. Sarebbe un passo importante per poi pensare all'albergo e alla sua destinazione d'uso, come centro congressi, campus universitario o quant'altro, ma per far sì che possa rivivere è fondamentale che il comune si dia finalmente una mossa e capisca una buona volta che il turismo sano e pulito, senza gas di scarico e litigate per il parcheggio, passa attraverso la riapertura totale della funicolare, volano per altre iniziative virtuose per la nostra montagna, bene insostituibile e polmone verde ancora resistente in questi anni di terribili cambiamenti climatici.
Ingresso principale |
La visita di stamattina è stata emozionante, perché i ragazzi Fai, dopo aver svegliato la città con l'apertura della Torre Civica, sono riusciti a far riaprire sale mai viste e angoli dove Luca Guadagnino ha girato il remake di "Suspiria”, e recuperato oggetti d'uso quotidiano come utensili da cucina, forchette e coltelli, qualche mobiletto, un letto, un tavolino, delle sedie e perfino un lenzuolo con ricamato il monogramma dell'albergo.
Nelle vecchie cucine... |
L'anima del Grand Hotel è ancora presente, qua e là con un lampadario Liberty, una boiserie ancora intatta, il centralino telefonico, il tavolino della reception, le carte di carico e scarico merci, gli stucchi e i ferri battuti, alcuni forse del celebre Alessandro Mazzucotelli, la magnifica scala pentagonale che dava accesso alle camere.
La sala bigliardo utilizzata per alcune scene di "Suspiria” |
Ogni volta che entro al Grand Hotel mi sembra di non essere mai uscito, di averci vissuto in qualche vita precedente, e immagino l'ingresso con le vetture alla porta, le rombanti Alfa Romeo 1750 che sfrecciavano nel viale d'ingresso, traguardo della Varese-Campo dei Fiori, i tè danzanti nel salone con l'orchestrina sul balconcino, le chaise longue sul terrazzo con la vista incomparabile del lago e delle montagne, come la immortalò il fotografo Alfredo Morbelli.
Lo scatto di Alfredo Morbelli |
Specchio di una Varese piccola capitale del turismo, con la sfida (vinta) di portare un milanese in vetta al Campo dei Fiori in un'ora e mezza, partenza da Milano Cadorna, tram e funicolare, tutto perfettamente collegato e sincronizzato. Oggi per andare a Milano con il treno, fatti salvi rotture e guasti sulla linea all'ordine del giorno, occorre più di un'ora, e se pensiamo che il Grand Hotel fu costruito in un anno e mezzo, capiamo come ormai la nostra decadenza sia senza fine e la spaventosa burocrazia italica freni ogni iniziativa, assieme alla complicanza di ogni minima azione. Per questo i giovani del Fai devono ricevere un grazie da tutti i cittadini, per la loro voglia di fare e soprattutto per il desiderio di portare a conoscenza di tutti le nostre bellezze che, anche se sciupate, sono l'unico patrimonio spendibile che ci resta.
Ieri... |
E oggi... |
Leggerti è sempre un piacere!
RispondiEliminaChe emozione, Mario, ricordo una festa degli alpini di taaaaanti anni fa,fine anni '70.
RispondiEliminaSi teneva come sempre davanti al piazzale del Grand Hotel e io con alcuni amici ci infilammo all'interno, aperto per l'occasione... le stanze erano ancora arredate con i mobili d'epoca e persino i materassi nei letti... tutto cristallizzato... bellissima iniziativa, una stupenda occasione per ritrovare il fascino di un'epoca forse non morta del tutto...
grande mario dovevi nascere prima e ti saresti goduto quel fascino che tanto ami giustamente.
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